Questa è una storia quasi vera
E’ l’otto agosto 1940 quando vedo (si fa per dire) la luce alla Clinica Mangiagalli a Milano terzo piano stanza 4. Il mondo forse non era preparato a questo evento e ne consegue che pur essendo nato senza meriti e, pensavo anche senza colpe, entro immediatamente in conflitto con il resto dell’umanità. Sarà una coincidenza ,ma in quei giorni è iniziata la seconda guerra mondiale. Nel 1943 parto volontario per l’asilo, dove una suora mi inizia a questa arte con delle matite colorate, una nera e una azzurra. Sospetto che poi la mia appartenenza al tifo nerazzurro sia dovuta anche a questo fatto. Terminato questo training a sei anni, mi spediscono alla scuola elementare, dove i vari maestri incontrano grosse difficoltà e ad alcuni viene l’esaurimento nervoso. Anni dopo mi obbligano a frequentare altre scuole dove imparo tutto quello che ora so,in sostanza praticamente nulla. Nel 1955 Inizia la mia attività lavorativa presso una famosa distilleria di Milano; UNA MILANO DA BERE. Nel 1960 mi spediscono al fronte. Un viaggio pazzesco fino a Spoleto e li capisco che cosa è la classe media inferiore e cosa vuol dire ubbidire a uno che ne sa meno di te. Nel 1962 torno in ufficio (sono obbligati per legge a riprendermi) e ci resto fino a che mi sono disintossicato Nel 1972, cambio azienda e vado a far danni in una MULTINAZIONALE dove riesco a starci tra alti e bassi fino al momento della meritata pensione. Nell’ anno 1995 decido di lasciare il lavoro e nella apatia più assoluta, come altri sessanta milioni di Italiani decido di dedicarmi a un’arte della quale non so assolutamente nulla; La pittura. Dopo le prime disastrose esperienze in un ultimo barlume di coscienza, capisco che questa arte non fa per me e brucio tutte le opere in mio possesso mentre cerco di recuperare tutte quelle che avevo regalato, nonostante le resistenze dei destinatari. Scopro così che tutte le mie ricerche portano a varie discariche comunali chissà come mai. A far niente non resisto e decido di passare alla pittura ad acquerello perché, vista da fuori, sembrava più facile e meno costosa.Vi assicuro che non è vero niente. Vado ugualmente avanti e comincio con l’autostima a considerarmi un artista, peccato non sia così per il mio prossimo. Partecipo a tutte le manifestazioni artistiche che riesco a scovare sui vari giornalini locali. Non perdo occasione per cimentarmi e, nonostante le brutte figure, continuo imperturbabile. Passa il 2003, il 2004, ed il 2005 finché una anima buona ma molto buona, forse un AMICO, mi consiglia un Master in acquerello. Nell’ottobre 2005 m’iscrivo ai corsi del maestro ANGELO GORLINI che non appena individua le mie reali capacità cerca di restituirmi i soldi dell’iscrizione e mi chiede di lasciare il corso, ma io rifiuto, resto e persevero. Solamente alcuni anni dopo, ho capito il suo dramma, e malgrado gli abbia chiesto scusa decine di volte, ancora oggi quando mi incontra cambia marciapiede. Nel 2006 vendo una mia opera che è acquistata da un Sud Coreano in viaggio di nozze, che chiaramente e visibilmente era sotto stress,e faceva tutto ciò che la moglie gli chiedeva. Poi tutto è rimasto immobile. Spero nel prossimo futuro di fare del mio meglio in quest’affascinante forma d’arte nella quale sono entrato di nascosto, e dove, effettivamente, sembra che nessuno se ne sia accorto , ed è fondamentalmente per questo motivo che al mattino davanti allo specchio, mi pettino e poi mi elogio perché nessun altro lo fa. Questo è il destino di noi poveretti artisti senza meta.
L’artista nel suo ampio e luminoso studio
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